lunedì 31 dicembre 2012

Mani da batterista e luci abbaglianti - BTR

Era seduto accanto a me, mi teneva la mano.
Non era liscia, era ruvida.. ruvida e dura.
"Si chiama mano del batterista!" diceva "queste sono le mani che riescono a tenere il ritmo."
Ora però la batteria non c'entrava niente, eravamo seduti su scomode sedie di plastica blu da circa un'ora. 
La luce era forte e bianca, no.. non proprio bianca, era più sull'azzurro, azzurro freddo. 
Sentivo quell'odore che mi fa rigirare lo stomaco. 
Odore di guanti in lattice e disinfettante. Odio gli ospedali, li odio da quando ero piccola. 
Odio gli ospedali da quando avevo cinque anni e, cadendo dall'altalena,  mi ero rotta un braccio. 
Ero terrorizzata. 
Lui mi aveva spinta troppo forte, odiavo anche lui per questo.
Dopo tredici anni, la storia si  ripete, solo che lo scenario è un po' diverso.
Lui non ha spinto nessuno ed io non sono caduta da un'altalena.
Il problema questa volta è un suo amico. 
Durante una festa aveva bevuto un po' troppo, era svenuto e aveva picchiato la testa.. Lorenzo l'ha portato in braccio fino all'ospedale. 
Poi mi ha chiamata, mi ha spiegato tutto e sono corsa subito lì con la moto.
- ho caldo. - dico rompendo il silenzio.
Lorenzo mi indica le gambe con aria interrogativa. Le guardo anch'io. oh.
- ehm.. bè, avevo fretta.. -  Per l'agitazione mi ero dimenticata di cambiarmi i pantaloncini del pigiama, stupida stupida stupida!
Per mia sfortuna erano pure quelli rosa con gli orsetti che ballano. Che situazione surreale.
Lui si mette a ridere e sporgendosi verso di me mi stampa un bacio sulla guancia.
Dopo circa una mezz'ora finalmente arrivano i genitori del ragazzo e possiamo andarcene.
Riaccompagno Lorenzo a casa.
Quando arriviamo sotto al suo portone, lui scende dalla moto e si toglie il casco, lasciando liberi i suoi bellissimi ricci lunghi e scuri.
"è così bello.." penso.
- Grazie Marta - dice sorridendomi.
- Di niente, figurati..
- Allora.. ci vediamo domani, no?
- Certo.. - rispondo con voce tremante.
Mi da un bacio sulla punta del naso, un bacio dolce e lungo.. come quando eravamo bambini.
Sorrido debolmente e, senza salutarlo, metto in moto.
Le lacrime cominciano a rigarmi il volto, imperterrite.
"è possibile che non se ne accorga?!" penso, arrabbiata.
"lui mi piace.. mi è sempre piaciuto.. ma non gli importa, non lo vede!"
Mi asciugo una guancia con il dorso della mano, mentre sfreccio per la strada.
Guardo il mio riflesso nello specchietto... sono un disastro.
Non faccio in tempo ad alzare lo sguardo che vedo due enormi luci davanti a me.
Resto abbagliata per un attimo poi non vedo più niente.
Sento un tonfo, un altro ed un altro ancora.
Sono supina sulla asfalto, non riesco a gridare, non riesco a muovermi.
Vedo delle luci intorno a me, sento il suono una sirena che si avvicina sempre di più.. è tutto così strano, i suoni sono ovattati e tutto è confuso.
Sento delle voci, gente, forse. Qualcuno mi sta parlando, vedo un viso sopra di me.. non mi importa di quello che dice.. voglio tornare a casa, voglio mia mamma.
Cerco di parlare ma dalla mia bocca non esce nessun suono.
- Lorenzo...- sussurro a malapena.
Poi scivolo in un gran sonno, quasi sorridendo... senza sapere che non mi risveglierò mai più.


4 commenti:

  1. Hey Marta = ) Sono Nataly, guardando su ask, ho trovato il tuo Blog. Non sono una stalker, ma ho cominciato a leggerlo e penso che questo piccolo racconto sia davvero Stupendo, mi piace.
    Ciaooo = )

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  2. Ciao cicci <3 sono contenta che ti piaccia.. Grazie *-*

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  3. perché non ti metti a scrivere seriamente...per me scrivi molto bene fidati me ne intendo

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